venerdì 13 febbraio 2009

Little Orphan Annie


A 82 anni dalla sua prima apparizione, "Little Orphan Annie" vive ancora oggi negli States un successo immutato, mentre in Italia, purtroppo, non è mai stata apprezzata pienamente sia dai lettori che dalla critica specializzata per alcune ragioni che analizzeremo nel corso di questa scheda che apre un nuovo aggiornamento di "Usa Comic Strips".

Da alcuni anni assistente di Sidney Smith nel ruolo di letterista della popolarissima serie "The Gumps"; Harold Gray, nativo dell'Illinois, maturava da tempo l'idea di una strip tutta sua, incentrata sulle vicissitudini di un orfano di nome Andy (anche se alcuni ritengono che il nome fosse Otto) che presentò poco tempo dopo a Joseph Medill Patterson, famoso editore il cui acume per le strisce di successo era noto, a cui lo stile di Gray piacque molto anche se l'unico difetto era la presenza, a quel tempo, di numerose strip aventi come protagonista un bambino, cosa questa che non brillava per originalità agli occhi di Patterson, il quale suggerì all'autore di mettere una gonna al personaggio e di ribattezzarlo "Little Orphan Annie". Un conaiglio che fu ben accolto da Gray, il quale anni più tardi avrebbe dichiarato in un intervista che quel suggerimento aveva risparmiato la creazione di parenti inutili e di legami familiari, rendendo Annie un personaggio libero di fare quel che voleva. "Little Orphan Annie" esordì così il 5 agosto 1924 all'interno di una speciale edizione rosa del New York Daily News, ottenendo in pochi mesi una popolarità straordinaria, tanto che un anno dopo, per l'esattezza il 27 Ottobre 1925, quando il Chicago Tribune per un errore di stampa omise la strip giornaliera della piccola orfanella, la redazione fu sommersa da telefonate, telegrammi e centinaia di missive di protesta dei lettori, desiderosi di spiegazioni. Una reazione che fece correre ai ripari la direzione del giornale, tanto che il giorno seguente furono due le strip firmate Gray pubblicate nella pagina dei comics.

L'ambiente in cui si svolgono le storie di Annie è quello dell'America rurale e conservatrice degli anni '20/'30, una "scenografia" che il disegnatore riesce a tratteggiare in maniera superba, con un disegno denso di particolari ma anche grazie a dei dialoghi completi e mai noiosi che fanno di Gray un ottimo narratore, capace di trascinare il lettore nel seguire Annie e le sue vicende, che ricalcano come stile i vecchi romanzi d'appendice se non addirittura quelli di Charles Dickens (alcune strip però hanno poi fatto incursione addirittura nel fantasy), e in cui gli ingredienti, dosati da Gray con arguzia e professionalità, sono quelli del romanticismo, della suspense e in cui i temi dominanti sono quelli del bene, della giustizia, e del non arrendersi mai. La protagonista infatti, nonostante le avversità che deve affrontare, non si dà mai per vinta, Annie infatti racchiude in sè una forza di carattere inamovibile, anche di fronte alla sfida più ardua. Accompagnata dal fedele cane Sandy, con cui si confida sempre, la seguiamo in giro per gli Stati Uniti intenta a trovarsi un lavoro (in alcune strip degli anni '30 farà addirittura l'attrice) a scagionare un innocente, smascherare truffatori e far innamorare due sconosciuti. Descritte così, le strip di Annie possono apparire dolciastre, strappalacrime, ma la mancanza di banalità che le contraddistingue e la passione che Gray costruisce al loro interno, assieme a quelli occhi sempre vuoti dei protagonisti, ne fanno una striscia unica nel suo genere, anche attraverso le evoluzioni che l'hanno colpita, soprattutto negli ultimi anni.
Oltre ad Annie e al cagnolino Sandy, molti sono i personaggi della serie, tra questi il primo che bisogna citare è certamente Daddy Warbucks. Miliardario (possiede la cifra esatta di 10 zillioni di dollari), Warbucks, oltre ad essere un noto e generoso filantropo è anche il padre adottivo della dolce Annie, con cui negli anni ha vissuto numerose avventure e da cui si è anche separato spesso, per via degli affari che lo vedono alla guida delle sue industrie. Ciò però non toglie che sia un ottimo padre adottivo per Annie, che ama come se fosse la sua vera figlia.
Assistente e amico di Warbucks è invece Punjab: apparso per la prima volta nel 1935, questo comprimario fu la prima introduzione "soprannaturale" operata da Gray all'interno della striscia in alcune storie dal tratto fantasy che si sarebbero ripetute anche in seguito. Sempre con indosso un turbante, Punjab è infatti dotato di straordinari e misteriosi poteri, oltre che di una grande conoscenza. Assieme a lui sarebbe poi comparso un altro strano character, il tenebroso Asp, un altro valido assistente di Warbucks, anch'esso dotato di unusuali poteri, soprattutto inerenti la magia. Sempre in tema di stranezze, nel 1937 Gray introdusse Mr. Am, un personaggio che all'interno della striscia ha sempre significato, per i fan, un vero e proprio punto di domanda. Per molti quest'uomo, dall'aria saggia e con la lunga barba che all'interno della serie ha il compito, quando appare, di far comprendere ad Annie la natura del mondo in cui essa vive, sarebbe la rappresentazione, da parte di Gray, di Dio, una vera e propria guida spirituale e filosofica che il cartoonist introdusse senza però mai spiegarne le origini vere e proprie, e alimentandone così il mistero.
Acquisto più recente infine, in quanto apparsa nel 2000, è Amelia Santiago. Un avventuriera di origini sudamericane, oltre che valida pilota di aerei, con cui Annie sta vivendo da alcuni anni, le avventure più belle della sua storia fumettistica, anche grazie alla coppia di autori che attualmente cura la strip.
Assisitito da Robert Leffingwell, suo cugino nonchè autore del meno fortunato "Little Joe", Harold Gray continuò a disegnare e scrivere "Little Orphan Annie" sino al 1968, anno della sua morte. A curare la strip li succedette in seguito Philip Blaisdell, che nel disegno e nei testi si mantenne fedele allo spirito della serie che però venne sospesa nel 1974, e sostituita con la ristampa delle vecchie strisce realizzate da Gray. La cosa però non durò molto in quanto il successo del musical basato sul fumetto convinse l'agenzia a riprendere Annie, che, affidata a Leonard Starr, autore della celebre "Mary Perkins" visse una nuova giovinezza con un nuovo titolo, il più semplice e diretto "Annie". Ritiratosi per motivi di salute nel 2000, Starr fu sostituito dai giovani (e bravi) Jay Maeder e Andrew Pepoy, a cui in seguito sarebbe subentrato Ted Slampyak, i quali la continuano tutt'ora con storie avventurose in mondi fantastici e leggendari, tra i quali qulache mese fa la mitica Atlantide.

Nel corso degli anni il personaggio di Annie si è evoluto graficamente ma anche caratterialmente. Dalla ragazzetta con il vestitino con tanto di gonnella di 80 anni fa la piccola protagonista ha seguito le mode dei tempi indossando jeans e presentandosi con una capigliatura più al passo con i tempi. Nonostante questo, lo stile grafico e dei dialoghi apportato dai due attuali autori alla serie è il più possibile vicino a quello dei loro predecessori, riuscendone a mantenere intatta l'atmosfera.
In Italia la piccola orfanella creata da Gray è stata quasi completamente ignorata. Da citare però i due volumi della serie "Eureka Pocket" editi dall'Editoriale Corno, con all'interno le strip di Harold Gray e di Leonard Starr. Un occasione questa per ammirare e fare il paragone con i due diversi stili di questi due grandissimi autori.

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